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2015-01-01

Il made in Italy riscopre il cuore dell'industria

Anche se è in decelerazione rispetto ai picchi mensili toccati nel dicembre scorso, l'export italiano extra Ue continua ad andare molto forte. In base ai dati grezzi, a febbraio 2012 è cresciuto dell'11,8% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Mentre la media mobile di tre mesi dei dati destagionalizzati che copre il periodo da dicembre 2011 a febbraio 2012 rappresenta il più alto risultato di sempre mai raggiunto dalle nostre vendite al di fuori dall'Ue, di oltre un miliardo di euro superiore rispetto ai massimi pre-crisi toccati nel febbraio 2008.
Non sono più Cina, India e Turchia i mercati che "tirano" in questo particolare momento. Anzi l'export verso queste economie emergenti è un po' diminuito. Ma a febbraio e nei primi due mesi del 2012 sono cresciute in modo significativo rispetto allo scorso anno le nostre esportazioni verso la Svizzera, il Giappone, i Paesi Opec e le economie dinamiche asiatiche. A dimostrazione del fatto che se si è ben diversificati geograficamente, come lo è il nostro commercio estero, si possono sopportare bene anche fasi difficili come quella attuale in cui i mercati Ue e quello cinese sembrano al palo, mentre grazie anche all'aumento del prezzo del petrolio Russia e Opec appaiono in ripresa e il Giappone si sta risvegliando. Senza dimenticare che a febbraio sono aumentate anche le vendite negli Stati Uniti.

Ciò dimostra che il made in Italy ha cambiato radicalmente faccia negli ultimi 10-15 anni. Non è più solo moda, cibo ed arredo, ma sempre più tecnologia, specie in settori di nicchia ad alto valore aggiunto come quelli della componentistica, dell'oleodinamica, della meccatronica e delle macchine industriali. Se l'Italia si sta ben difendendo sui mercati internazionali ed ha fatto ricredere anche coloro che fino a poco tempo fa ci davano in inarrestabile declino, è soprattutto grazie alla forza della sua meccanica, il cui comparto specifico della meccanica non elettronica, secondo il Trade Performance Index dell'Unctad/Wto, ci vede secondi assoluti al mondo dietro soltanto alla Germania. Un dato parla su tutti. Nel 2011 il surplus commerciale con l'estero dell'Italia nelle macchine e negli apparecchi meccanici (non elettrici ed elettrici), nei prodotti in metallo e nei mezzi di trasporto diversi dagli autoveicoli è stato di 72,2 miliardi di euro, cifra di quasi 10 miliardi superiore al nostro deficit per petrolio e gas.

Fonte: Il Sole 24 Ore

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