Scopri come l’Intelligenza Artificiale sta già iniziando a dare forma a nuovi progetti italiani in agricoltura, energia, viticoltura e turismo — e come queste iniziative potranno trasformare le piccole e medie imprese.
Perché l’IA per le PMI italiane
L’adozione dell’IA in Italia sta crescendo, ma rimane ancora modesta tra le piccole e medie imprese. Per superare questo gap, un nuovo impulso arriva da progetti concreti che applicano modelli di IA open source e soluzioni su misura per le esigenze del tessuto produttivo nazionale.
Quattro progetti-modello
Tornatura – IA per l’agricoltura sostenibile
Un sistema che utilizza l’IA per prevedere e contrastare la diffusione di parassiti e malattie nelle colture, con l’obiettivo di preservare produzioni ortofrutticole e ridurre gli input chimici. Un supporto concreto alle imprese agricole, per una filiera Made in Italy più sicura e sostenibile. SUMMA – gestione intelligente dell’energia
Questo progetto applica modelli di apprendimento federato per gestire e ottimizzare l’uso dell’energia nelle Comunità Energetiche Rinnovabili. L’obiettivo: stabilizzare i flussi, massimizzare l’efficienza e favorire l’autoconsumo.
wAIne – IA per la viticoltura del futuro
Un sistema di supporto decisionale basato su dati iperspettrali e microclimatici, pensato per monitorare lo stato di salute dei vigneti e aiutare i produttori a intervenire in modo tempestivo e sostenibile. Una sinergia tra tradizione vitivinicola e tecnologia intelligente.
Ottimizzazione turismo – meno sprechi, più efficienza
Un progetto nel settore turistico che sfrutta IA e analisi dati per stimare la domanda di cibo e risorse nelle strutture ricettive, riducendo gli sprechi e migliorando la gestione degli approvvigionamenti. Una soluzione che unisce sostenibilità, economicità e ospitalità.
Cosa può significare per il Made in Italy
Un approccio come quello illustrato da questi quattro progetti può rappresentare per l’Italia un salto di qualità: non solo in termini di competitività e produttività, ma anche nella capacità di coniugare tradizione, sostenibilità e innovazione. Se sostenuto da adeguate politiche di formazione, infrastrutture digitali e collaborazione tra imprese, ricerca e istituzioni, il Made in Italy del futuro potrebbe non essere solo un marchio di qualità, ma anche un modello di resilienza e modernità.