Quando un magistrato di primo piano rompe il silenzio sull’uso della tecnologia nella giustizia, è possibile cogliere non solo una dichiarazione, ma uno spunto per riflettere sulla fiducia, sulle procedure e sull’equilibrio tra innovazione e indipendenza professionale.

Chi e Cosa
Il protagonista è Nicolò Gratteri, noto magistrato impegnato da anni nella lotta alla criminalità organizzata. Nel video afferma di non aver mai fatto uso di una specifica “tecnologia del Ministero” nella sua attività investigativa, preferendo mantenere un approccio tradizionale basato su attività sul campo, riservatezza, mani esperte e procedure classiche.

Quando e Dove
La dichiarazione è stata resa pubblica durante un’intervista televisiva, all’interno del programma “Otto e Mezzo”. Il contesto è l’Italia contemporanea, paese in cui la magistratura e le forze dell’ordine stanno vivendo una fase di transizione tra strumenti digitali emergenti e metodi operativi consolidati.

Perché
Gratteri motiva la sua scelta con la necessità di preservare l’affidabilità delle investigazioni, evitare possibili vulnerabilità tecnologiche e salvaguardare l’indipendenza dell’azione giudiziaria. In un’epoca in cui il digitale promette efficienza ma espone a rischi di sicurezza o manipolazioni, la prudenza può diventare una strategia difensiva.

Come
Nonostante la disponibilità di sistemi digitali più sofisticati, l’indagine del magistrato rimane radicata nel lavoro sul territorio, nella conoscenza diretta delle dinamiche criminali, nella testimonianza degli inquirenti e nella costruzione di prove “tradizionali”. La scelta operativa è dunque quella di un metodo consolidato piuttosto che di un affidamento esclusivo alle tecnologie emergenti.

Impatto e Prospettive
La posizione di Gratteri solleva interrogativi più ampi: quale ruolo deve avere la tecnologia nella giustizia? È una soluzione supplementare o un sostituto? La fiducia del pubblico, la trasparenza delle procedure e la tutela dei diritti possono essere messi in discussione se l’innovazione non viene gestita con consapevolezza. Per l’intero sistema, ciò significa che occorre un bilanciamento tra strumento e metodo, tra digitale e umano, tra innovazione e garanzia di indipendenza.

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