Nell'ultima legislatura, che ha visto addirittura nascere un Ministero per la semplificazione, sono entrati in vigore adempimenti burocratici che hanno provocato la scomparsa del 10 per cento della produzione italiana di vini Doc, il simbolo del Made in Italy nel mondo. E' quanto emerge dalla prima analisi sull'efficacia della politica italiana e comunitaria nell'ultima legislatura - alla vigilia della pausa estiva che aprira' la campagna elettorale - illustrata dal presidente della Coldiretti Sergio Marini nel corso dell'Assemblea annuale dell'organizzazione degli imprenditori agricoli con 15mila coltivatori.
''L'inefficacia della politica - ha sottolineato Marini - si traduce anche in una ridotta qualita' dell'attivita' legislativa che spesso rimanda a provvedimenti amministrativi che alimentano una tecnocrazia fine a se stessa che mette a rischio la competitivita' delle imprese. Un esempio eclatante viene dal vino che e' il prodotto alimentare piu' esportato all'estero, simbolo del Made in Italy, ma che deve fare i conti a livello nazionale con un peso insostenibile di pratiche e documenti''.
''Dalla vendemmia 2008 - ha denunciato Marini - sono stati introdotti 12 nuovi adempimenti burocratici a carico delle imprese vitivinicole che producono vini a Doc e Docg, per l'entrata in vigore dei Decreti Ministeriali 29 marzo 2007 prima e 2 novembre 2010 poi sui controlli per i vini a Denominazione. Il risultato e' stato che molte aziende sono state costrette a rinunciare a produrre vini a denominazione d'origine per l'impossibilita' di far fronte ad adempimenti spesso inutili che sottraggono ben 100 giornate di lavoro all'anno al tempo trascorso in vigna e in cantina e che hanno portato alla riduzione dei terreni destinati a produrre vini a Docg e Doc che sono passati dai 316mila ettari del 2007 a 284mila ettari del 2011, con una perdita stimata di produzione pari a oltre 100 milioni di litri di vino doc''.
FONTE: ASCA.IT
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