E' pronto a sbarcare a New York, Miami e Sydney il gruppo competitor di Eataly. Ha già esportato il suo modello di business, con la formula del franchising, a Boston e Ridgewood in New Jersey. Ma si espande anche entro i confini domestici, e punta a Firenze, Trieste e Bologna.
Dopo le aperture in New Jersey e a Boston, il franchising gastronomico con sede centrale vicino Rimini si prepara a sbarcare a New York, Miami, Sidney e negli Emirati.
Concentrare “il buon vivere italiano” in botteghe da 100 metri quadrati, portando nel mondo le eccellenze e i saperi della tradizione gastronomica del nostro Paese. Italia di gusto, ideata nel 2006 da Antnio Gaetani, un manager con un passato nell’editoria e la passione per il buon cibo, è nata negli stessi anni di Eataly, ma rappresenta in qualche modo il suo predecessore ideale, o il suo superamento: niente che assomigli lontanamente a un supermercato, ma piuttosto una selezione di piccole produzioni italiane di qualità in un’ambiente amichevole, simile ai negozi di quartiere dei tempi andati, in cui ci sia posto per ascoltare le storie dei prodotti, socializzare, assaggiare, degustare. Un format che ha mosso i suoi passi da San Giovanni in Marignano, Rimini, e già conta fatturati, sebbene ancora piccoli,in crescita al ritmo del 30-40% l’anno. Tanto che l’azienda punta entro la fine del 2015 a passare da 6 a 20 botteghe, con aperture a New York, Miami, Sidney, e in Italia a Firenze, Trieste e Bologna.
«Tutto è partito nel 2006, quando ho deciso che era il momento di cambiare vita e dedicarmi alla mia passione. Da un’indagine che ho fatto realizzare, è emerso che il mercato delle piccole produzioni tipiche italiane stava crescendo del 4,5% l’anno, ma non era strutturato: i prodotti venivano commercializzati entro i confini provinciali, i vini delle cantine più piccole arrivavano al massimo alle enoteche dei dintorni», spiega Antonio Gaetani, fondatore e ad di Italia di gusto. La sua azienda è intervenuta proprio qui, fornendo a centinaia di piccoli produttori quel trampolino di lancio verso mercati che non avrebbero mai potuto raggiungere con le proprie forze.
E proprio alla scelta dei prodotti è stato dedicato l’investimento più consistente: circa 1 milione di euro per scovare un migliaio di specialità su un totale di 4.700 prodotti tipici italiani: «Portiamo nel mondo le nostre rarità, dai salumi di maiale nero siciliano, con un grasso che fonde a 17 gradi, al formaggio conciato romano, con duemila anni di storia alle spalle. Da noi i clienti non troveranno mai marchi già noti e con grosse produzioni». Per la selezione, continua Gaetani, «abbiamo considerato tre aspetti: la storia che c’era dietro i prodotti, le modalità produttive tradizionali e l’utilizzo di materie prime locali. Dedicandomi a questa attività, ho scoperto una varietà alimentare che anche l’Italia nel tempo ha dimenticato». Per questo, dopo una prima apertura di test a Valencia, in Spagna, nel 2012 le prime botteghe di Italia di gusto sono nate proprio nel nostro Paese: a Roma, Milano, Cava dei Tirreni.
Dopo l’apertura a inizio maggio a Ridgewood (New Jersey) e in queste settimane a Boston, l’azienda continua a guardare all’America e si prepara a sbarcare in Australia e negli Emirati Arabi, sognando il Giappone. L’obiettivo è raggiungere con le 14 nuove aperture il milione di euro di fatturato. Con la stessa formula - «un franchising che, visti i tempi, richiede un investimento ridotto ed è alla portata di tutti» - e lo stesso concept, unendo retail e degustazione. «Nelle nostre botteghe non si devono solo trovare delle specialità, ma respirare un’aria che sa di Italia. All’estero sono affamati di italianità vera, delle nostre storie e tradizioni. È questo che vogliamo trasmettere alle persone». A questo scopo, l’azienda punta molto sulla formazione di chi lavora nei negozi, con lezioni in aula e un periodo di affiancamento in bottega.
[fonte: repubblica.it]
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