In occasione dell'assemblea annuale del settore alimentare a Cibus Federalimentari ha lanciato l'allarme sul fenomeno del business dell'imitazione di prodotti made in Italy. A fronte dei 20 miliardi di euro di prodotti alimentari esportati dall'Italia nel 2009 - sostiene l'associazione - ne sono circolati, nel mondo, circa 60 miliardi, relativi a imitazioni di scarsa qualita', vendute ad un prezzo piu' contenuto. Questo significa che sugli scaffali dei supermercati di tutto il mondo per ogni barattolo di salsa o di pomodoro pelato 'autentico', per ogni pacco di pasta o confezione di olio extra vergine nostrano, ne esistono tre che traggono in inganno i consumatori, sfruttando l'immagine, i colori, le marche e le denominazioni italiane. Le proporzioni di questo fenomeno - che Federalimentari chiama 'Italian sounding' - cambiano in base alle aree geografiche, con una diffusione pari a 24 miliardi di euro sul mercato nord-americano (a fronte di un export dei prodotti alimentari autentici pari a circa 3 miliardi di euro, il che significa che un solo prodotto aliementare su 8 e' veramente italiano) e con una diffusione pari a 26 miliardi di euro in Europa (contro un export alimentare che vale circa 13 miliardi e quindi per ogni prodotto autentico ne esistono circa 2 imitazioni). Infine, negli altri Paesi (extra Ue ed extra nord-America) il business dell'imitazione fattura 10 miliardi di euro, contro un export dei prodotti made in Italy che vale 4 miliardi di euro (per ogni prodotto alimentare autentico ce ne sono 2,5 falsi).
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